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Il Trasporto Fluviale

In Mesopotamia la rete di navigazione interna era molto sviluppata: il Tigri e l'Eufrate, i loro affluenti ed effluenti ed i canali di irrigazione più importanti permettevano di trasporte le merci in modo più agevole, sicuro e meno costoso che via terra.

17. Ancor oggi il trasporto sul Tigri e l'Eufrate avviene con imbarcazioni affusolate, per lo più monoxile. (foto: M. Leigheb); ibid., pg. 34.
17. Ancor oggi il trasporto sul Tigri e l'Eufrate avviene con imbarcazioni affusolate, per lo più monoxile. (foto: M. Leigheb); ibid., pg. 34.

Scendendo il Tigri arrivavano "via acqua" in Sumer l'ossidiana del lago Van, il legno di cedro dai monti Amano, il bitume dal Medio Eufrate, il marmo dai monti Taurus e il rame, probabilmente dalle coste meridionali del Mar Nero.

Le barche fluviali utilizzate per il trasporto delle merci erano di due tipi: la quffa (da cui deriva il moderno termine marinaresco "coffa"), che era una curiosa barca circolare simile a un catino con un'armatura di legno coperta di pelli e impermeabilizzata con bitume; una "barca" talmente fuori dell'ordinario che perfino Erodoto la descrive nelle sue cronache. L'altra "barca" era in realtà una grande zattera, sempre di legno, il cui galleggiamento era rinforzato da sacche di pelle attaccate alla periferia.

Il peso delle merci trasportate per via fluviale raggiungeva indici notevoli. Le grandi zattere trasportavano fino a 90 tonnellate; una barca di 36 tonnellate necessitava solo di 6 o 7 uomini di equipaggio per una manovra contro-corrente (alaggio). Il carico normalmente trasportato si aggirava sulle 6 tonnellate ed equivaleva al carico trasportato da 66 asini. I kelek, ossia le zattere attrezzate con otri che funzionavano da galleggianti, potevano portare da 5 a 30 tonnellate (le più grandi) (CHIERICI: 1980).
18. Imbarcazione di giunchi intrecciati raffigurata su di un sigillo mesopotamico di epoca accadica (III mill. a.C.); ibid., pg 35.
18. Imbarcazione di giunchi intrecciati raffigurata su di un sigillo mesopotamico di epoca accadica (III mill. a.C.); ibid., pg 35.

L'Eufrae era navigabile, durante il periodo di morbida, in primavera, da Karkemis fino al golfo Persico. Da agosto a novembre, periodo di magra, la navigazione era resa più difficoltosa per l'affioramento di secche e di rocce. Con la piena, comunque, la corrente si faceva spesso violenta e impediva la risalita del fiume, tanto che si dovevano attendere anche dei mesi per riprendere la navigazione. Per questo molte zattere venivano smontate all'arrivo e il legname venduto sul posto.

Tra Mari e Sippar, l'Eufrate sembra essere stato sfruttato solo durante il periodo paleo-babilonese in quanto la via di comunicazione più importante tra Babilonia e il Levante continuò ad essere quella terrestre che passava per la pedemontana degli Zagros e l'alto bacino dell'Habur.

19. Quffa in navigazione sull'Eufrate. Da un bassorilievo del palazzo di Sennacherib a Ninive (VII sec. a.C.). (da Layard 1853 tav. 16); ibid., pg 36.
19. Quffa in navigazione sull'Eufrate. Da un bassorilievo del palazzo di Sennacherib a Ninive (VII sec. a.C.). (da Layard 1853 tav. 16); ibid., pg 36.

In epoca paleo-babilonese, quando funzionava la via fluviale, questa era costellata da punti di controllo che riscuotevano i diritti di pedaggio. Per questa via si trasportavano cereali, vino, legname; soprattutto merci pesanti.

Alle vie fluviali si devono sommare i canali, molti dei quali erano navigabili. In bassa Mesopotamia, tra i corsi del Tigri e dell'Eufrate, i loro affluenti e i grandi canali, le principali città erano tutte servite da una via d'acqua.

20. Imbarcazioni molto simili alle quffa sono ancor oggi utilizzate nell'ultimo tratto del fiume Indo. (Arch. Centro Studi Ricerche Ligabue); ibid., pg 36.
20. Imbarcazioni molto simili alle quffa sono ancor oggi utilizzate nell'ultimo tratto del fiume Indo. (Arch. Centro Studi Ricerche Ligabue); ibid., pg 36.
I mercanti potevano o farsi costruire una zattera o noleggiarne una. Sembra che i cantieri più importanti si trovassero a Tutull-du-Balih. La città di Emâr doveva possedere una flotta notevole dal momento che il re di Aleppo, Yarim-Lim, potè mettere in mare circa 500 imbarcazioni. la maggior parte emariote; altre provenivano da Karkemis o da Mari. È certo che a Emâr esisteva una corporazione di battellieri e di piloti che offriva i propri servigi ai mercanti. Cosa che non sembra sia esistita in altre città mesopotamiche (MARTIN S.: 2001).

 

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