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La Ruota e il Carro

Il passagio dalla slitta al carro avvenne sul finire del IV millennio a.C. e rappresentò il prodotto di una serie di circostanze favorevoli.

Per costruire un carro occorrono infatti alcuni requisiti essenziali. Innanzitutto se ne deve avvertire il bisogno: cosa che si manifestò inizialmente solo in società agricole avanzate che miravano alla produzione di un surplus a scopi commerciali e che, per questo, dovevano trasferire su medie distanze dei carichi notevoli. Inoltre le piste percorse da questi veicoli, dovevano esser pianeggianti e con un fondo abbastanza solido. Ancora: la costruzione richiedeva del legname adatto a questo tipo di veicolo e, infine, si doveva disporre di una forza motrice naturale per trainarlo.

Quest'ultimo requisito in qualche misura era già stato risolto con l'addomesticamento dei buoi che ora vennero resi più adatti al traino adottando la pratica della castrazione. Si produsse cosi un animale da tiro docile, la cui forza e la cui pazienza compensavano più che a sufficienza la sua lentezza (PIGGOT S.: 1978).

Quanto agli altri requisiti, la risposta ci viene fornita dai ritrovamenti archeologici.

10. Pittogrammi sumeri usati per indicare una slitta per il trasporto di persone e una montata su probabili ruote. Fine del IV mill. a.C. (da Stuart Pigott, 1978); ibid., pg 30.
10. Pittogrammi sumeri usati per indicare una slitta per il trasporto di persone e una montata su probabili ruote. Fine del IV mill. a.C. (da Stuart Pigott, 1978); ibid., pg 30.
Gli esemplari più antichi di veicoli a ruote sono stati rinvenuti tutti all'interno di una zona larga non più di 2000 km compresa tra il lago di Van nell'Asia Minore e il Lago di Urmia nell'Iran settentrionale. Con tutta probabilità, quindi, il primo veicolo a ruote ebbe origine in qualche punto di quest'area.
11. Una slitta montata su ruote: il primo passo verso il carro da trasporto. (da H. Frankfort: 1954, fig. 93. New York, Morgan Library); ibid., p. 30.
11. Una slitta montata su ruote: il primo passo verso il carro da trasporto. (da H. Frankfort: 1954, fig. 93. New York, Morgan Library); ibid., p. 30.

A favore di questa ipotesi vengono generalmente prodotti alcuni pittogrammi sumeri di poco anteriori al 3000 a.C., su cui però non esiste una concordia di vedute. Si tratta di alcuni segni di slitte con al di sotto due grossi punti da alcuni considerati come una prima rappresentazione delle ruote. Ma è dubbio, perché nulla prova che questi due punti sulle tavolette siano davvero delle ruote dal momento che i medesimi punti si trovano nella stessa iscrizione associati anche ad altri segni che nulla hanno a che vedere con l'azione di "rotolare" o di altra che evochi un movimiento.

Altri studiosi pensano che questi punti raffigurino solo dei semplici tronchi posti al di sotto della slitta con la funzione di rulli per facilitarne l'avanzamento.

Può essere che proprio dall'osservazione di questi tronchi-rullo sia scaturita l'idea della ruota. Il rullo faceva avanzare la slitta ruotando su se stesso ma, non potendo esser applicato stabilmente sul corpo la slitta, doveva esser continuamente spostato con relativo dispendio di tempo e di energia. Però due sezioni del tronco applicate lateralmente per mezzo di un mozzo, potevano ruotare liberalmente e farla muovere. Visti i risultati i miglioramenti non mancarono e la tecnica per costruire una ruota fece passi da gigante, rivoluzionando tutto il trasporto via terra.

12. Caretto votivo a quattro ruote piene trainato da una coppia di bovidi. Siria del Nord, II mill. a.C. (Collezione privata Parigi); ibid., pg 31.
12. Caretto votivo a quattro ruote piene trainato da una coppia di bovidi. Siria del Nord, II mill. a.C. (Collezione privata Parigi); ibid., pg 31.

Recentemente alcuni studiosi dell'Est europeo hanno manifestato un disaccordo con le teorie che privilegiano l'origine mesopotamica della ruota, osservando che le prime ruote che conosciamo erano piene, in legno massiccio o tripartito, cosa che implica l'uso di alberi particolari di legno duro, come la quercia, e la disponibilità di arnesi speciali come la sgorbia per creare una mortasa dove alloggiare il tenone della ruota: strumenti di cui non si è trovata la minima traccia nella Mesopotamia di questo periodo.

Per questo oggi molti specialisti ritengono che la ruota si nata in Europa centrale o nelle pedemontane a nord del Caucaso durante la seconda metà del IV mill. a.C. e che da qui, sul finire del millennio, sia giunta in Mesopotamia.

13. Distribuzione della ruota nel III mill. a.C. secondo Stuart Pigott (1978); ibid., pg 32.
13. Distribuzione della ruota nel III mill. a.C. secondo Stuart Pigott (1978); ibid., pg 32.

Qualunque sia la regione originaria, è noto che l'uso della ruota si sia propagato velocemente in tutte le regioni comprese tra l'Atlantico, il Caspio e il Golfo Persico.

I carri a ruota piena apparsi nella terra dei Sumeri verso il 3000 a.C., rimasero in auge per poco tempo, presto sostituiti dalla ruota piena a due tre-sezioni da cui, qualche secolo dopo, si passò ad un tipo più leggero costituito da un cerchio con 2, 4, 8 raggi in legno, successivamente rinforzato esternamente da una fascia di metallo che ne aumentava la resistenza su strade accidentate.

Inizialmente erano trainati da buoi o da onagri e appaiono costituiti da una piattaforma su cui è posizionata o una bassa cassa aperta posteriormente e sormontata anteriormente da un parapetto, sia una cassa bassa coperta da una specie di telone posato su degli archetti in vimini; il tutto installato su due o, più spesso, su quattro ruote piene, generalmente tripartite. L*impressione generale è quella di un veicolo molto pesante e poco maneggevole che poteva servire al trasporto di poche persone di prestigio. Solo i carri coperti sembrano esser stati concepiti per il trasporto; quelli scoperti devono esser stati utilizzati o per la guerra o per le cerimonie.

14. Impronta di un sigillo cilindrico in calcedonio del IX sec. a.C. Il carro con ruote a raggi per diverso tempo venne utilizzato solo per la guerra e le parate e si diffuse in epoca assira. (da O.W.Muscarella, 1981 p. 133; ibid., pg 33.
14. Impronta di un sigillo cilindrico in calcedonio del IX sec. a.C. Il carro con ruote a raggi per diverso tempo venne utilizzato solo per la guerra e le parate e si diffuse in epoca assira. (da O.W.Muscarella, 1981 p. 133; ibid., pg 33.
15. Carro a ruote piene trainato da onagri o da mulli riprodotto sulla Stele degli Avvoltoi (2450 a.C.). (da A. Benoit. 2003, fig. 88); ibid. pg 33.

Dalla fine del III-inizi del II mill., i carri divengono più agili e si nota anche una evoluzione delle ruote, quasi sempre in numero di due, vuote o con una barra trasversale o a raggi. Questa innovazione è legata al sempre più frequente utilizzo del cavallo da tiro per carri da guerra, meno potente del bue ma dieci volte più veloce.

In ogni caso, data la ricordata assenza di vere e proprie strade, il carro da trasporto veniva impiegato solo per brevi percorsi su terreni abbastanza regolati, come potevano essere le "piste" che correvano sugli argini dei canali.

16. Carro a ruote piene trainato da onagri proveniente da Ur (2700 a.C.). (da A.Benoit: 2003, fig.85); ibid., pg 33.
16. Carro a ruote piene trainato da onagri proveniente da Ur (2700 a.C.). (da A.Benoit: 2003, fig.85); ibid., pg 33.

È documentato che i commercianti che dall'alta Mesopotamia si recavano in Anatolia centrale continuarono ad utilizzare le carovane di asini per trasporto dei loro prodotti mentre limitavano l'uso dei carri trainati al commercio interurbano, cosa che permetteva loro di aumentare il carico trasportato da 90 kg (il massimo per un asino) a 600 kg per un carro trainato da una coppia di buoi.

Questa sembra la regola dominante in Mesopotamia fino alla fine del II millennio: per il trasporto di merci pesanti o voluminose si preferì utilizzare il carro a quattro ruote piene sulle brevi distanze. Si trattava però di un mezzo di trasporto raro e costoso, quasi introvabile, tanto che si preferiva utilizzare il trasporto su barca fin dove possibile. Dai testi paleo-babilonesi apprendiamo al proposito che, dopo la mietitura, il re era costretto a requisire tutti i carri da trasporto esistenti (pochi) per convogliare il raccolto sulle rive dei fiumi dove veniva imbarcato e trasferito nei magazzini centrali.

 

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