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Tesori dell'Oriente Antico

Dopo "Bactria" e "Dea Madre", con questo volume il Centro Studi Ricerche Ligabue fa il punto su di un altro tema archeologico molto dibattuto che sta entusiasmando ricercatori, studiosi, appassionati: l'individuazione del "motore" che ha assicurato dal III al I millennio le interrelazioni culturali tra il mondo mesopotamico-elamita, la Valle dell'Indo, il Golfo Persico e il Mediterraneo.

Dopo le numerose testimonianze di arte battrio-margiana raccolte negli ultimi vent'anni, gli archeologi si sono chiesti se queste appartenessero ad una nuova civiltà o a una cultura di confine o, ancora, se fossero la conseguenza della diffusione in Asia Centrale di civiltà stabili già note avvenuta attraverso un sistema di interscambi capillari. Ma da parte di chi?

Si è risposto a questi interrogativi sia immaginando l'esistenza di una Civiltà dell'Oxus (l'equivalente occidentale del russo Bactrian Margian Archaeological Complex) sia opponendovisi sia, ancora, ipotizzando l'intervento  di una cultura-ponte alimentata soprattutto dal traffico carovaniero che si snodava lungo una via delle Oasi che qui cercheremo di documentare. Una cultura che, dopo diciotto anni di esperienze in Margiana che rappresentano la naturale continuazione di una lunga tradizione di scavo già maturata in Iran e in Oman, noi abbiamo pensato di chiamare "Cultura delle Oasi".

Come d'abitudine, proporremo anzitutto il punto di vista dei maggiori esperti su entrambi i fronti, ossia su chi sostiene l'esistenza di una Civiltà dell'Oxus (H.-P. Francfort) e su chi invece la interpreta come momento culturale di un rapporto molto più articolato che coinvolge tutte le grandi regioni dell'Oriente Antico (C.C.Lamberg Karlovsky). A questi autorevoli interventi seguiranno alcune nostre riflessioni.

Di particolare importanza il contributo di Pierre Amiet che, in assoluta anteprima, offre l'aggiornamento del suo celebre "L'âge des échanges inter-iraniens", la "bibbia" di due generazioni di archeologi orientalisti, pubblicato nel lontano 1986, apportando rettifiche e conferme alla luce degli ultimi ritrovamenti. È un privilegio che ci ha riservato ma anche un riconoscimento del lavoro svolto dal Centro Studi Ricerche Ligabue a favore dell'archeologia dell'Oriente Antico.

Per l'importanza degli interventi e la rilevanza delle testi proposte, abbiamo deciso di pubblicare questi articoli nella loro lingua originale come conviene ad un contesto scientifico, evitando ogni possibilità di contaminazione delle idee che gli Autori esprimono. Si è comunque reputato opportuno, come usa in questi casi, far precedere al testo originale un breve commento per presentarlo e contestualizzarlo.

Per la ricostruzione di un quadro generale dei movimenti commerciali che promuovono e diffondono le culture del III-I millennio a.C., i Curatori hanno pensato di offrire un loro contributo sull'organizzazione dei sistemi mercantili allora vigenti, mentre Giancarlo Ligabue approfondirà il tema degli itinerari e dei mezzi di trasporto lungo la Via delle Oasi che hanno assicurato non solo lo scambio dei beni di prestigio ma che hanno sopratutto inciso sulla conoscenza scientifica e sull'evoluzione culturale dei popoli coinvolti da questi contatti.

Seguia l'analisi dei principali prodotti di scambio: dai bracciali battriani (Massimo Vidale), alle conchiglie e uova di struzzo (Paolo Fiorina) ai gioielli. Quest'ultimo affascinante argomento, con le sue implicazioni socio-politiche, verrà ampiamente trattato da un esperto di grande autorevolezza: Agnès Benoit.

Per gli studiosi e gli appassionati abbiamo inoltre di aggiungere anche un breve studio sui luoghi d'origine delle pietre semi-preziose e dei metalli (Anatoly Bushmakin) e dei prodotti cosmetici commerciati in questa vasta regione.

Come al solito si offriranno anche le esperienze maturate dal CSRL, in questo caso nella missione "Antica Margiana" (Gabriele Rossi-Osmida) e si produrrà un corpus inedito di prodotti di prestigio, testimoni sopravvissuti della millennaria Cultura delle Oasi prima che questa venisse frantumata da popoli invasori portatori di nouve culture.

I Curatori

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